lunedì 17 marzo 2014

UNA CIVICA PASSIONE: TORNA A RIVIVERE IL TEATRO CIVICO DI SCHIO (VI)

Comune di Schio e Fondazione Teatro Civico
UNA CIVICA PASSIONE: TORNA A RIVIVERE IL TEATRO CIVICO DI SCHIOInaugura il 29 marzo il concerto sinfonico con protagonisti i solisti Domenico Nordio, Maja Bogdanovich e Pietro De Maria


(Schio VI - 14.03.2014) – 2004-2014: dieci anni di percorso per permettere ad un teatro di aprirsi nuovamente alla città. Dieci anni di cantiere di idee e di cantiere reale. Questo percorso ha permesso la riabilitazione del Teatro Civico di Schio, inaugurato nel 1909 e chiuso da oltre 50 anni.


Nel 2003 Marco Paolini sceglie il Teatro Civico abbandonato per girare i cinque monologhi andati in onda nella trasmissione "Report". L'attore stabilisce un profondo rapporto con il Teatro che lo motiva a scrivere una lettera aperta per l'eventuale restauro: "Credo che la conservazione del Teatro Civico nello stato più vicino a quello attuale offra al teatro italiano qualcosa di assolutamente unico con cui confrontarsi... Non è un capriccio quello di non farlo "uguale" a mille altri per avere di nuovo un teatro importante". Con questo stimolo l'Amministrazione Comunale di Schio decide di nominare una commissione che studi il restauro, composta non solo da tecnici e architetti ma anche da un registra teatrale come Gabriele Vacis. L'intuizione della commissione di aprire alla città il Teatro nel suo stato di abbandono porta nel 2005 alla nascita di Lotto Zero, una progetto teatrale per 99 spettatori alla volta ai quali, assieme agli artisti (ricordiamo Gabriele Vacis, Ottavia Piccolo, Daniela Nicosia e le compagnie del territorio) e ai tecnici era affidato il compito di individuare e condividere Ia modalità di intervento del restauro. Questo progetto scatena nei cittadini, negli artisti e nei tecnici una straordinaria passione, ne cambia la percezione della bellezza e fa innamorare della rovina. "Entrare nel Civico in rovina suscitava un'emozione straordinaria, che annullava il senso comune della bellezza; chiunque abbia avuto tale esperienza si è augurato che tutto restasse così com'era" così spiega l'architetto Valeriano Pastor -direttore artistico dei lavori - l'atmosfera di quell'esperienza.  Emerge con forza che il restauro debba essere "riabilitazione", mantenendo il più possibile l'anima del luogo, il genius loci. Nel frattempo vengono studiate le caratteristiche del terreno, verificate le strutture e i materiali, indagato lo stato di conservazione delle decorazioni, eseguito il rilievo della struttura, approfondita la ricerca sto­rica. Ma resta fondamentale il percorso di conoscenza che ha posto in rapporto il Civico di Schio con il fare teatrale tra attore e spazio, tra pubblico e attore. Lotto Zero prosegue poi con Lotto Uno fino a dare il via, nel 2009, al cantiere di restauro. Il restauro viene finanziato dal Comune di Schio, dalla Fondazione Cariverona e gode del contributo del Ministero dei beni e delle attività culturali e della Regione del Veneto.
Cosa vedrà lo spettatore che il 29 marzo 2014 entrerà a teatro? Il teatro mantiene le medesime caratteristiche ma trova aumentate tutte le potenzialità funzionali adeguate alle esigenze del contemporaneo e alla multifunzionalità. Si è reso fondamentale fermare lo stato di degrado in cui si trovavano gli stucchi, i dipinti e le decorazioni, non per amore della rovina ma con l'intento di dar maggior valore alla memoria. Il teatro è dotato di tutti quegli elementi tecnici tali da permettere delle buone condizione abitative. La "macchina teatrale" è stata dotata di tutte le potenzialità funzionali adeguate però alle esigenze del contemporaneo. E' stata rispettata la necessità di una grande flessibilità dello spazio per permettere ad ogni tipo di evento di trovare casa al Civico di Schio. Sono stati ricavati due volumi interrati: nel primo sono allocate tutte le centrali tecnologiche relative agli impianti meccanici ed elettrici e nel secondo trovano deposito gli apparati scenotecnici e le sedute amovibili. E' stata realizzata una nuova graticcia ed una passerella aerea tesa tra le barcacce oltre l'arco scenico. Il carattere contemporaneo dello spazio teatrale è stato marcato con l'impiego di cromie e di tecniche proprie del moderno. Il grigio del soffitto ha una identità che integra il dispositivo cromatico dell'origine; è grigio antracite (come una notte senza luna con riflesso delle luci lontane della città), è cioè composto da grigio-fumo e porpora, che porta il calore del rosso cupo e del grigio chiaro e freddo. L'intero complesso teatrale è stato adeguato alle normative di sicurezza. Ogni scelta operata, dalle prime fasi progettuali alle scelte di dettaglio successive, ha cercato di non scostarsi mai troppo dagli obiettivi fissati in partenza.


Quindi il Teatro Civico  torna alla città così come la città ha sognato di volerlo: semplice ed efficace.  Pieno di spazio vuoto e dove possono convivere pubblici diversi. Un testimone attivo del tempo cui è affidata la cura della nostra contemporaneità.
Il progetto di riapertura nasce dal lavoro congiunto del Comune di Schio e della Fondazione Teatro Civico. I criteri che hanno guidato le scelte sono gli stessi che hanno animato l'intero percorso.  Se da un lato si pone come protagonista la musica (l'anima storica del Teatro Civico) dall'altro si porta in palcoscenico la città e i suoi talenti. Nel filo rosso che collega tutte le iniziative incontriamo come protagonisti: l'Orchestra dell'Accademia Musicale di Schio, Coralità Scledense, le compagnie teatrali territoriali e le giovani formazioni teatrali venete (finaliste del Premio Off del Teatro Stabile del Veneto). A fianco a queste andranno in scena  ospiti di indiscussa professionalità della scena contemporanea.  Nel concerto sinfonico di apertura (29 marzo) a fianco dell'Orchestra dell'Accademia Musicale di Schio si esibiranno solisti prestigiosi, quali: Domenico Nordio (violino), Maja Bogdanovich (violoncello) e Pietro De Maria (pianoforte). Il secondo concerto, "Dar Gasang Bon Dar Eerde", (11 aprile) musiche del maestro Giovanni Bonato vede la partecipazione di Julius Berger e Hyun-Jung Berger (violoncello), di Davide Zaltron (viola) e di Eugenia Corrieri (soprano). In scena i cori territoriali (Coenobium Vocale, Ensemble La Rose e Coralità Scledense). I primi due concerti sono diretti da Filippo Maria Bressan. Protagonista del terzo appuntamento (16,17,18 aprile),  in prima nazionale, Patrizia Laquidara che per la prima volta canta accompagnata dall'orchestra; arrangiamento e direzione di Alfonso Santimone.  A fine aprile le cinque compagnie territoriali (Attori in prima linea, Giocateatro, Le ore piccole, Schio Teatro 80 e i Viaggiatori della Luna) condurranno gli spettatori in un percorso teatrale itinerante la cui direzione è stata affidata all'attore e regista Mirko Artuso.  I tre appuntamenti di maggio sono dedicati al pubblico giovane con i finalisti del premio Off del Teatro Stabile del Veneto: il primo appuntamento è li 9 maggio con Marta Dalla Via in scena con un testo di Tiziano Scarpa. Il progetto termina a giugno (7 e 8 giugno) con un concerto lirico dedicato a Madama Butterfly, curato da Daniele Nuovo con protagonista Takako Okazzaky (soprano) e il 9 giugno, anniversario storico dell'apertura del teatro, è sempre affidata a Daniele Nuovo la conduzione di un racconto-concerto: "Una civica passione" dedicata alla storia del Teatro Civico, Gerardo Felisatti al pianoforte.Sono stati necessari solo dieci anni per permettere a questo teatro glorioso ed antico di tornare in vita. Il desiderio che il Civico di Schio trovi adesso la propria identità nel sistema teatrale cittadino si è avverato. Molto è stato fatto in questo decennio perché il talento e la passione trovassero casa, ciò rende esplicito come la cultura sia motore e divenire per la città. Il ritorno del  Civico di Schio dice, in assoluta controtendenza,  che il domani si costruisce oggi, consegnando all'intergenerazione (cioè a tutti, ad ogni età) valori solidi (e processi liquidi, immateriali) nella comune certezza dell'importanza dell'azione culturale, dalla più piccola alla più grande.Ulteriore materiale del progetto e interventi  dei relatori:  scaricabili al seguente link

Schio - Magrè: inaugurata questa mattina la palestra intitolata a Gianni Grotto

  
Schio - Un momento di festa nel ricordo di Gianni Grotto. Si è svolta questa mattina la cerimonia di inaugurazione e intitolazione della palestra di via Collareo a Magrè. La struttura, già utilizzata dagli alunni della scuola San Benedetto, è stata intitolata all'educatore-sportivo Gianni Grotto, la cui figura è stata ricordata anche attraverso un video che ha messo assieme numerose testimonianze di chi l'ha conosciuto. Oltre alle autorità cittadine e ai famigliari di Grotto, hanno presenziato alla cerimonia i rappresentanti dell'istituto scolastico, a partire dal dirigente Leopoldo Spinelli, del Consiglio di Quartiere, della Federazione Italiana Pallavolo Vicenza e dei firmatari della proposta di titolazione capitanati da Franco Dal Dosso. Assieme naturalmente ai tanti bambini della primaria San Benedetto in mezzo ai quali si è svolto il taglio del nastro dopo la benedizione della struttura da parte di don Luigino.



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"Questa struttura fa proseguire l'impegno dell'Amministrazione di dotare tutte le scuole di una palestra - ha detto il sindaco Luigi Dalla Via - Impegno che è un segno di attenzione verso i bambini e i ragazzi, ma anche verso chi con dedizione lavora nel mondo della scuola e nel mondo dello sport. Svolgendo un fondamentale ruolo di educatori, come ha fatto Gianni Grotto". "Gianni Grotto è stato un uomo buono, un grande motivatore, generoso, attento agli altri. Un esempio per tanti ragazzi e ragazze - ha ricordato anche nel video l'assessore Gabriele Terragin - Questo è il ringraziamento che Schio gli rivolge per quanto ha dato alla comunità".  

Il ricordo di Gianni Grotto: Educatore per vocazione, sportivo per passione"
Il profilo di Gianni Grotto si può riassumere nel doppio termine educatore-sportivo - l'hanno descritto i firmatari della petizione - Educatore poiché ha dedicato la sua vita al servizio dei giovani dell'Oratorio Salesiano e al Palazzetto Don Bosco come collaboratore in molte delle manifestazioni organizzate dall'Oratorio. Sportivo perchè giocatore di calcio, arbitro di calcio, giocatore di tennis-tavolo, giocatore di pallavolo nella squadra da cui poi è nata la formazione che ha militato in serie A1, allenatore di pallavolo. Gianno Grotto è stato un uomo generoso, disponibile, attento agli altri ed esempio per molte generazioni di frequentatori dell'Oratorio Salesiano e degli appassionati di calcio e di pallavolo. Educatore per vocazione, sportivo per passione"



La palestra

Il progetto - per un investimento di un milione 200 mila euro - ha visto la realizzazione della struttura sul retro della scuola, in un'area prima utilizzata come parcheggio. I lavori del primo stralcio hanno portato alla costruzione della palestra, che ha le dimensioni interne del parterre di 21 metri per 30 ed è dotata di copertura in travi di legno lamellare. Particolare attenzione è stata dedicata all'isolamento e all'aerazione dell'edificio. Il pavimento della palestra è abbassato rispetto alla quota della piazzetta a nord est di circa un metro ed è alla stessa quota del pavimento della palestrina seminterrata precedentemente usata dalla scuola. Il volume di quest'ultima verrà utilizzato nel secondo stralcio - per un ulteriore investimento previsto in 300 mila europer ospitare i servizi accessori come spogliatoi e depositi.
A lavori conclusi - dopo la realizzazione degli spogliatoi e delle ultime opere - la palestra sarà un nuovo spazio di aggregazione e di sport per il quartiere di Magrè, grazie ad una struttura che già oggi serve per la scuola. Prosegue così l'impegno dell'Amministrazione Comunale per il continuo miglioramento delle strutture scolastiche in città. Un impegno che negli ultimi anni ha portato alla realizzazione delle palestre per le scuole di via Strasseggiare, per le Rosmini e ha visto la collaborazione con la parrocchia per la SalaPoleo utilizzata dalla scuola per le attività sportive. Interventi ai quali si aggiungono importanti progetti per nuove strutture a servizio delle scuole come l'ampliamento della scuola di Poleo, la palestra di Giavenale e l'aula polivalente alla scuola di Sant'Ulderico.

Alla scuola di Sant'Ulderico una nuova aula tutta in legno veneto. E' il primo edificio pubblico simile in regione


Schio - Si allarga la scuola primaria "Giovanni XXIII" di Sant'Ulderico al Tretto. E lo fa grazie ad un innovativo progetto di ampliamento finanziato dall'Amministrazione comunale con una spesa di 160 mila euro: in linea con l'indirizzo didattico ambientale della scuola, la nuova aula a servizio della scuola è stata infatti costruita interamente in legno veneto. Caratteristica che la rende il primo edificio pubblico di questo tipo in regione, come confermato da Giovanna Fongaro della ditta F.B.E WoodLiving di Castelgomberto che sta eseguendo l'opera. Oggi sono 66 gli alunni che frequentano la primaria Giovanni XXIII.

E per vedere l'avanzamento dei lavori questa mattina ha fatto visita al cantiere il sindaco Luigi Dalla Via: "Un progetto innovativo e coerente con il luogo e con l'indirizzo ambientale che contraddistingue la scuola - ha sottolineato Dalla Via - Con questo ampliamento non solo rispondiamo alle esigenze dei bambini e degli insegnanti di avere maggiori spazi ma confermiamo anche il nostro impegno per garantire la continuità di una scuola che, dopo aver rischiato la chiusura, ha raggiunto una sua stabilità nel numero delle iscrizioni, grazie anche all'impegno di insegnanti e genitori. E' quindi un investimento per il futuro, per la scuola e per il Tretto".







Il progetto, oramai alla sua fase conclusiva, prevede la realizzazione di un'aula nell'area esterna di pertinenza scolastica. Uno spazio di circa 80 metri quadrati - con un blocco per i sevizi igienici - che i bambini potranno utilizzare come aula o come spazio polivalente. Fin dalla redazione del progetto preliminare, l'idea base è stata quella di un ampliamento a basso impatto ambientale e dal contenuto consumo energetico, scegliendo la tipologia costruttiva del legno, per molti aspetti: non solo da un punto di vista architettonico-strutturale ma anche per una scelta ecologica, di sostenibilità, rafforzata anche dal fatto che la scuola di Sant'Ulderico è caratterizzata da un indirizzo di studi didattico-ambientale. Da qui la realizzazione di un edificio di bioedilizia, ad alto risparmio energetico, interamente in legno con filiera corta (legno di Asiago, segheria di Noventa Vicentina e impresa costruttrice di Castelgomberto). L'impronta tecnologica e di risparmio energetico dell'edificio è rafforzata anche dalla presenza di pannelli solari su una falda del tetto.