Approfondimento caso nomadi
Approfondimento su un caso in cui ognuno dice la sua ma nessuno fa chiarezza, su come viene affrontato il problema e perchè non si può fare di più... Estratto da una spiegazione in consiglio comunale dell'assessore Roberto Dall'aglio.
Per quanto riguarda gli accampamenti abusivi in aree pubbliche e private, gli interventi possibili, al di fuori cioè delle aree autorizzate, costituiscono l'aspetto di maggior criticità per l'operato della Polizia Locale e forze dell'ordine in genere, perchè sulle soluzioni intraprese dalle varie Amministrazioni Comunali, non c'è univocità e talvolta le varie interpretazioni sono molto fantasiose.
Nel caso del comune di Schio, si adotta provvedimenti di divieto di sosta a roulotte e camper su tutto il territorio comunale.
Le ordinanze di intervento emesse ai sensi dell'art. 7 del Codice della Strada, molto spesso rischiano di non poter essere applicate per vizi di legittimità:
a) eccesso di potere - per contraddittorietà della motivazione, in quanto, pur richiamando l'art. 7 del Codice della Strada, fondano in realtà tale divieto su problematiche di igiene pubblica;
b) eccesso di potere - per insufficienza della motivazione, laddove si limitano a vietare in modo assoluto le soste senza indicare alcuna norma di diritto e richiamandosi genericamente a motivi di interesse e sicurezza pubblica;
c) violazione di legge - per inosservanza di Leggi Regionali in materia di interventi a tutela di etnie nomadi; si pensi alla legge regionale 22 dicembre 1989, n. 54, "Interventi a tutela della cultura dei rom e dei sinti" (La Regione Veneto attua interventi a favore delle popolazioni zingare allo scopo di salvaguardarne l'identità culturale e riconoscendo loro il diritto al nomadismo e alla stanzialità ove si prevede la possibilità da parte dei Comuni di poter beneficiare di contributi regionali per la realizzazione e la gestione di campi attrezzati);
d) eccesso di potere - per inosservanza di Circolari Ministeriali che hanno più volte richiamato l'attenzione dei Sindaci sull'esigenza di abolire i divieti di sosta ai nomadi (per il solo fatto di essere nomadi), poiché illegittime costituzionalmente.
Ci sono altri 2 atti amministrativi che possono essere applicati e sono le seguenti:
a) adozione di ordinanze di sgombero, contingibile ed urgente, per motivi di igiene e salute pubblica, che dovrebbero fondarsi su relazioni dell'A.S.L. Competente.
b) violazione del Regolamento di Polizia Urbana (art. 6) nel quale si prescrive il divieto di qualsiasi forma di occupazione del suolo pubblico con qualsiasi oggetto, anche sotto forma di accampamento o campeggio, al di fuori delle aree comunali a ciò appositamente predisposte.
Tale ultimo intervento, è applicabile, alle sole aree pubbliche, prevede un primo intervento di accertamento dell'insediamento non autorizzato, in seguito l'elevazione di un verbale di accertamento e contestazione per violazione al Regolamento di Polizia Urbana, cui consegue l'emanazione di Determina Dirigenziale di Ordinanza Ingiunzione di sgombero in base alle norme previste dal T.U. 267/00 nonché dello Statuto del Comune di Schio.
Nel caso in cui si tratti di terreni di proprietà privata, viene in aiuto la norma prevista dall'art. 633 del codice penale per invasione di terreni ed edifici.
Nell'ipotesi in cui non si possa procedere d'ufficio è necessaria la querela di parte che, se proposta, fa scaturire un Decreto di sgombero e contestuale sequestro (321 c.p.p.) dell'area da parte dell'Autorità Giudiziaria competente.
In questo caso il verbale di sequestro preventivo deve essere inviato al P.M. entro le successive 48 ore, per la richiesta di convalida al GIP.
Questa procedura non esclude comunque, in caso di inattività del proprietario del fondo ed a fronte del perdurare dell'insediamento abusivo, la possibilità per il Sindaco -che a questo punto potrebbe agire quale Autorità Sanitaria Locale- e richiedere all'A.S.L., Servizio di Igiene Ambientale, un accertamento circa la situazione igienico-sanitaria, per verificare se risponde ai requisiti minimi di igiene e salubrità dei luoghi usati per un insediamento umano, ed in base a ciò emanare apposita ordinanza, per poi procedere all' ordinanza di sgombero sopra citata, con aumento drastico dei tempi nell'attesa della relazione sanitaria.
Quantunque si arrivi ad uno dei procedimenti sopra descritti, nella migliore delle ipotesi, si sposta il problema in un comune limitrofo, il quale intraprenderà la stessa procedura, che prima o poi farà tornare tutto al punto di partenza e si ricomincia da capo.
In ultima analisi, va sottolineato che, cultura della sopravvivenza e sindrome dell'accerchiamento, assieme all'obbligo di mobilità imposta da anni, la scomparsa delle occasioni di lavoro, assieme agli stereotipi che hanno ostacolato e ostacolano un confronto razionale con il problema, ha provocato un rifiuto nei confronti delle popolazioni nomadi Italiane, con la conseguenza di portare questa gente ad una vita di progressivo degrado e illegalità.
Negarlo non serve, ma io credo che per combattere il problema e trovare soluzioni durevoli occorre capirlo, e sopratutto distinguere quello che riguarda la cultura e quello che riguarda i fenomeni sociali.
Nonostante la innegabile condizione di disagio vissuta da cittadini che perdura da alcuni mesi, accompagnate da pressanti richieste di intervento risolutivo, la situazione è comunque continuamente monitorata dalle forze dell'ordine e le stesse assicurano che ad oggi non ci sono particolari condizioni di insicurezza, nonostante in questo ultimo periodo gli insediamenti di gruppi, anche numerosi, si è particolarmente intensificato.
In riferimento all'episodio di rissa accaduta qualche settimana fa, in occasione della sagra a SS. Trinità, l'episodio era stato prontamente segnalato alle stesse FF.OO. che immediatamente si sono portate sul luogo; il tutto è durato una decina di minuti; alcune persone si sono recate al pronto soccorso ma senza nessun ricovero e nessuno ha sporto denuncia.
L'episodio, é grave, senza ombra di dubbio, come ogni rissa indipendentemente da chi la mette in atto, è stato comunque riportato in modo amplificato.
E' come grave il fatto che ai soggetti responsabili della rissa, benché in evidente stato di ebbrezza (uno dei 2 è stato sanzionato), si sia continuato a somministrare bevande alcoliche, esiste una specifica norma che vieta di somministrare alcolici a chiunque presenti segni di ebbrezza.
Grave è anche il fatto, che chi ha subito lesioni e/o danni di altro genere, non abbia sporto denuncia.
| ||
giovedì 11 luglio 2013
Approfondimento caso nomadi
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento